giovedì 27 dicembre 2007

Finanziaria 2008: Ambiente all’angolo, nessun provvedimento strutturale sulle grandi questioni

“L’ambiente, nella Finanziaria 2008, è stato relegato in un angolino. Nessun provvedimento strutturale, nessuna misura coraggiosa che ponga la manovra 2008 in continuità e rafforzamento rispetto alla precedente”. È amaro il commento del presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, alla manovra Finanziaria licenziata questa mattina dal Senato.
Nello specifico si continua a investire su infrastrutture (ai 3,6 miliardi già inseriti nel testo del Governo per le grandi opere si sono aggiunti nel passaggio in Parlamento finanziamenti per il passante autostradale a Nord di Bologna e la nuova Autostrada Nogara-Mare Adriatico) e trasporto su gomma (i sussidi agli autotrasportatori hanno sottratto 92 milioni di Euro alla ricerca!), mentre si lasciano “a piedi” i pendolari, cancellando il piano “1000 nuovi treni pendolari” e riducendo del 20% le risorse per il servizio di trasporto ferroviario regionale rispetto al 2007.
Gravi le misure sui rifiuti: sono state approvate due proroghe per il ciclo dei rifiuti senza le quali l’Italia avrebbe finalmente imboccato la strada di una gestione più sostenibile dal 1 gennaio 2008. La prima riguarda lo stop allo smaltimento dei rifiuti indifferenziati in discarica, che sarebbe dovuta entrare in vigore dal 1 gennaio 2000. La seconda riguarda l’obbligo del passaggio da tassa a tariffa, prevista inizialmente dal 1 gennaio 1999.
È sparito il provvedimento che prevedeva la rottamazione degli elettrodomestici a bassa efficienza per quelli di classe A. Unica norma davvero efficace riguarda il Conto Energia e cioè il nuovo sistema di incentivi per fonti rinnovabili, in continuità con la manovra 2007.
Soddisfazione anche per l’introduzione della Class action, e cioè la causa di gruppo per tutelare gli interessi collettivi. Insomma, da giugno, c’è la possibilità di avviare una causa civile (con tre gradi di giudizio) con cui si accerta il diritto al risarcimento del danno e la restituzione delle somme spettanti ai singoli cittadini.
“Nel suo complesso, la manovra 2008 – continua Cogliati Dezza – non racchiude nessuna strategia di ampio respiro su tematiche fondamentali come, ad esempio trasporti e rifiuti, ma anche le disposizioni per un vero risparmio energetico”.

Global warming, sta per chiudersi l’anno più caldo


Clima, un anno da record. Caldo eccessivo, piogge torrenziali, neve, siccità e disastri naturali. Quello che sta per finire è stato davvero un anno da primato. Il clima del 2007 ha abbattuto tutti i precedenti record, con temperature insolite e non solo.Fin dall’inizio l’anno si è presentato con una condizione climatica insolita. Infatti gennaio è stato caldissimo in tutto il mondo: 0,85 gradi celsius al di sopra della norma stagionale. È stata la prima volta, dal 1980, che la temperatura si distanziava così tanto dalla media. Anche guardando le temperature degli ultimi mesi, il 2007 sembra davvero essere l’anno più caldo nell’emisfero Nord del mondo. Le stazioni metereologiche degli Stati Uniti hanno segnato le temperature più alte di tutti i tempi.Clima da record anche in Inghilterra, dove c’è stato l’aprile più caldo degli ultimi 348 anni, che ha mandato in frantumi il primato che si era registrato nel 1865, superandolo addirittura di 0,6 gradi.«Anche in Canada si stanno vedendo gli effetti dei cambiamenti climatici, l’inverno non sta arrivando come avviene di solito, c’è ancora troppo caldo», Ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, John Baird, nei primi giorni di dicembre.L’organizzazione metereologica mondiale, segnala delle anomalie anche nei luoghi notoriamente più freddi del mondo. «Per la prima volta nella storia la scomparsa del ghiaccio in alcune aree dell’Artico ha aperto il passaggio canadese a Nordwest, per circa cinque settimane, a partire dallo scorso 11 agosto». Gli esperti dicono che l’Artico, che serve da refrigeratore del mondo, si è drammaticamente surriscaldato durtante il 2007.Ma i primati non riguardano soltanto le temperature. Gli studiosi del clima sottolineano che questo è stato un anno segnato da alluvioni, siccità e tempeste in molti posti del mondo. Lo scorso agosto un tornado ha colpito New York e un ciclone ha devastato il Middle East a giugno. I maggiori laghi d’America si stanno restringendo, Atlanta ha delle difficoltà con le riserve di acqua potabile. Il Sud africa ha avuto la sua prima significativa nevicata in 25 anni, a Reunion Island, 640 chilometri ad est dell’Africa, sono caduti circa 394 centimetri di pioggia in tre giorni. Gli studiosi sottolineano che i singoli cambiamenti climatici non possono essere direttamente attribuiti al surriscaldamento globale. Tuttavia Phil Jones, uno dei maggiori esperti di clima, spiega che gli effetti dell’inquinamento portano ad una modifica del clima. I cambiamenti climatici sono una realtà, che può essere vista in tutti i continenti. E gli effetti dell’incquinamento sono ormai irreversibili.

Greenpeace Human Life Commercial

this glacier has been here for thousands generations, and now it's melting... If we don't stop the sea level rising, millions of people we'll be in danger. I won't be here when it will happen... but you and your children will...

martedì 25 dicembre 2007

The Santa Cause

IF THE NORTH POLE MELT...

sabato 22 dicembre 2007

Are You Game

Ecospot: Grand Prize Winner: Sky is Falling

The Ecospot Grand Priz Winner 2007. From Current TV and The Alliance for Climate Protection "60 Seconds to Save the Earth Ecospot contest".

Greenpeace diffonde dieci consigli per rendere il nostro Natale più verde e sostenibile


1. Albero di natale: il comune di Roma ha usato alberi FSC (provenienti da foreste gestite in maniera corretta), questo esempio andrebbe seguito. Ne esistono anche in versione domestica.

2. Per il cenone: evita pesce spada, tonno e gamberi, preferendo il pesce azzurro.

3. Se compri prodotti in legno, o se decidi di creare più atmosfera con il parquet segui la guida di Greenpeace

4. Nel tuo cesto di delizie, metti solo alimenti liberi da Ogm.

5. Attenti ai regali hi-tech, ecco la classifica di Greenpeace per evitare quelli tossici.

6. Regala un set di lampade fluorescenti compatte (classe A) a basso consumo.

7. Dona un libro stampato in carta amica delle foreste. Clicca sull'elenco.

8. Acquista un elettrodomestico di classe A+ o A++, favorirai l’ambiente e la bolletta.

9. Sul sito di Greenpeace trovi tante idee per regali di alta qualità a buoni prezzi, tra questi anche i biglietti d’auguri!

10. Fai una donazione a Greenpeace, contribuirai alle battaglie per un ambiente migliore.

BREATHE IN, BREATHE OUT

The Campaign for a World We Can Breathe In. As a campaign like this should, the video speaks for itself.

Become an Ocean Defender (It's Free!): http://oceans.greenpeace.org/en/

Green Peace - You Get What You Give

trees can't reduce co2 emissions alone. you can help

mercoledì 19 dicembre 2007

3650 giorni per salvare il mondo

The Most Terrifying Video You'll Ever See

Dall'insegnante dell'Oregon che parlando di riscaldamento globale su YouTube viene visto milioni di volte al professore del Mit che a 71 anni diventa un mito del web insegnando fisica. Quando contenuti interessanti fanno audience.

E' l'insegnante di scienze che tutti avrebbero voluto avere. Faccia da scout, occhialetti, parlantina inarrestabile e, inspiegabilmente, incantatoria. E' con queste doti e una lavagna che Greg Crafen, insegnante trentottenne di una scuola superiore dell'Oregon, ha ammaliato prima i suoi studenti, e poi circa 4 milioni di cybernauti (almeno secondo una stima di UsaToday).

Un suo video di nove minuti (Most Terrifying Video You Will Ever See), caricato su YouTube, ha primeggiato nella classifica dei più visti - nella categoria Notizie e politica - malgrado trattasse un argomento considerato soporifero dai media tradizionali (sebbene questi negli ultimi tempi siano stati quasi costretti ad occuparsene): il riscaldamento globale.

Nel filmato Craven cerca di dimostrare, pennarello alla mano, perché la logica ci dovrebbe spingere a fare subito qualcosa per contrastare il cambiamento climatico. Un'idea semplice, realizzata con un budget irrisorio, e con la videocamera dell'insegnante. Eppure il video, dopo essersi diffuso viralmente, è stato addirittura ripreso dalla stampa tradizionale; mentre Craven, dopo aver letto migliaia di commenti alla sua clip, ha deciso di produrre un altro filmato, più lungo e complesso, articolato in puntate. E a quanto pare la popolarità guadagnata sul sito di condivisione video gli ha portato in dote la richiesta di un editore di scrivere un libro.

A ulteriore dimostrazione che il pubblico di YouTube, e gli utenti internet più in generale, non sono solo interessati alle vicissitudini di Paris Hilton; e soprattutto a conferma che, con delle buone idee alle spalle, formati e strumenti della Rete hanno un potenziale educativo enorme, si aggiunge l'esperienza di Walter Lewin, che da professore del Mit si è trasformato in una celebrità della fisica. Le sue video-lezioni – in cui l'insegnante settantunenne non esita ad aggrapparsi a una fune come Tarzan per parlare di pendolo matematico – oltre che consultabili dal sito del Mit si possono scaricare su iTunes U (una sezione del negozio di Apple dedicata ai contenuti didattici), dove hanno anche raggiunto la prima posizione nella lista dei video più popolari.

Fisica, logica, riscaldamento globale: una nuova generazione (non necessariamente anagrafica) di videostar si sta affacciando sulla Rete. Ed ha un consiglio per i media in generale: non sottovalutate mai il vostro pubblico.

Blue Man Group on Global Warming

Can you hear?

giovedì 12 luglio 2007

IL SOLE NON E' COLPEVOLE DEL RISCALDAMENTO GLOBALE

L'attivita' del Sole non ha alcuna influenza sul riscaldamento globale. E' il risultato, che contraddice una delle principali obiezioni fatte ai rapporti Ipcc, di una ricerca inglese pubblicata dalla rivista Proceedings of the Royal Academy A. Alcune teorie che si oppongono all'origine umana dell'aumento delle temperature affermano che questo fenomeno e' dovuto a una maggiore attivita' del Sole. Per verificarlo, Mike Lockwood del Rutherford Appleton Laboratory ha analizzato i dati sull' attivita' solare degli ultimi 40 anni. ''Il risultato - ha spiegato il ricercatore all'edizione on line del settimanale New Scientist - e' che tra il 1985 e il 1987 i fattori solari che potrebbero influire sul clima hanno iniziato a diminuire. Se fossero cosi' importanti in questo momento la Terra si starebbe raffreddando''. Il principale indicatore studiato da Lockwood e' il numero di macchie solari, che e' proporzionale all'attivita' del Sole, e che ha avuto il suo picco intorno al 1985. Lo stesso comportamento hanno avuto anche campo magnetico, raggi cosmici e irraggiamento della nostra stella. ''Abbiamo 20 anni di dati che vanno nella direzione sbagliata - sottolinea lo scienziato - e non abbiamo visto nessun effetto sulla temperatura''. Secondo Lockwood persino l'Ipcc ha sovrastimato l'effetto del Sole sul riscaldamento globale, che nell'ultimo rapporto e' indicato al 10%.

lunedì 21 maggio 2007

Clima, piano Ue per i danni dell'effetto serra

Paura della siccità, per un'estate arroventata e senz'acqua che potrebbe seccare il raccolto. Seguita magari da un autunno di piogge semi-monsoniche che potrebbero danneggiare ancor più i campi per la semina e i vigneti prima della vendemmia. E ora, poi, ci si mettono anche i cervi, i lupi, i cinghiali : la primavera anticipata - è stato l'inverno più mite in Italia degli ultimi duecento anni - ha generato un "baby boom". Gli animali scorrazzano per i campi e gli agricoltori hanno di nuovo le mani tra i capelli, denuncia è della Coldiretti. Si tratta, a ben vedere, di tutti effetti di quel fenomeno largamente inarrestabile denominato in modo vago come "cambiamento climatico". Un fenomeno che sta mettendo seriamente a rischio l'intero settore primario in Europa. Tanto che a Bruxelles si sta pensando di rivedere completamente la politica agricola e gli aiuti agli agricoltori.

Gli esperti della Commissione Barroso stanno già lavorando alla bozza di un rapporto che si annuncia pronto per le prossime settimane. Si tratterebbe di integrare i 44 miliardi di euro del Pac - la Politica agricola comune che assorbe la metà dell'intero bilancio comunitario - ,o forse di dirottarne una parte, per sussidi destinati agli agricoltori danneggiati dagli effetti del caos climatico. Ma non solo questo. Il rapporto della Commissione dovrà destinare anche dei fondi per programmare lo spostamento di alcuni porti e insediamenti costieri che si immagina potrebbero non essere più utilizzabili nei prossimi decenni a causa dell'innalzamento del livello del mare. Tutti interventi che riguardano in pieno l'Italia, il paese più esposto e più fragile di fronte agli sconvolgimenti che si preannunciano nel Mediterraneo e nel resto d'Europa.

Il ragionamento degli esperti europei è logico: anche se l'Europa - e il mondo - attueranno tutte le politiche necessarie a ridurre le emissioni di gas serra, tutti gli interventi per riconvertire l'industria e il consumo a criteri di eco-compatibilità, risparmio energetico e ottimizzazione delle risorse idriche e naturalistiche, anche fatto tutto questo, i danni del dissesto provocato finora si faranno comunque sentire. Bisognerà adattarsi. Del resto, gli esperti mondiali nel 4° rapporto Ipcc sul clima sono stati chiari: in Europa negli ultimi cento anni - cioè da prima della fase industriale ad oggi - la temperatura media è già salita di circa due gradi. Entro la fine del secolo se non verrà fatto niente e il mondo continuerà a produrre e a consumare come ha fatto finora la temperatura media della Terra salirà di altri sei gradi. E sarà la catastrofe. Ma anche se verrà attuata una drastica inversione di marcia - assai più forte di quella indicata nel Protocollo di Kyoto - alcuni effetti si sentiranno comunque: desertificazioni di intere aree - anche in Italia - diminuzione della quantità e della qualità delle riserve idriche, riscaldamento dei mari e innalzamento del loro livello sulle coste, modificazioni della flora e della fauna. La terza tranche del 4° rapporto Ipcc, pubblicata meno di due settimane fa - indica come adattarsi, come- secondo l'equipe -la vita e le attività delle popolazioni mondiali possono essere ripensate per sopportare gli effetti del cambiamento climatico provocato dalle emissioni di gas serra. E ora anche l'Unione Europea è chiamata a prendere provvedimenti in questo senso, per sopportare le crisi che si annunciano nei prossimi decenni.

Nel futuro prossimo, secondo i climatologi come Lucio Ubertini, direttore dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr, «se in Italia il rischio di desertificazione è in realtà difficilmente realizzabile, è invece possibile un aggravamento del deficit idrico in alcune zone», un deficit che in tutta Europa dopo l'estate torrida del 2003 ha già causato 10 miliardi di euro di danni.

In Italia il fabbisogno idrico giornaliero in cento anni è passato da 50 a 500 litri a persona. In tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo negli ultimi cinquant'anni la domanda di acqua è più che raddoppiata mentre le risorse di acqua potabile sono diminuite per l'inquinamento di molte falde acquifere e la diminuzione della capacità di depurazione naturale dei terreni sovrastanti.

Secondo l'oceanografo Simon Holgate del Joseph Proudman laboratory di Liverpool negli ultimi dieci anni il livello marino ha avuto un innalzamento di 3,2 millimetri l'anno di media. Si può dunque prevedere con appositi modelli geofisici l'impatto di questa progressione sui lidi e le città costiere, a cominciare dal caso particolare di Venezia per arrivare al Pireo o al porto di Napoli. Se ne saprà di più dal mega summit al capezzale della Terra di oltre 5mila scienziati di 80 stati che è in programma a Perugia dal 2 al 13 luglio prossimi. Si tratta della XXIV assemblea dell'International Union of Geodesy and Geophysic (Iugg) ospitata in Italia a cinuquant'anni dalla sua prima edizione - proprio in Italia - e sotto l'Alto patronato della Presidenza della Repubblica. Un summit di geologi e geofisici mondiali sulle conseguenze dello sconvolgimento climatico che si articolerà in 220 convegni, incontri e seminari e da cui non uscirà un responso finale.

Quello spetta alla politica. A Bruxelles e a Roma, dove il ministro Pierluigi Bersani deve ancora rispondere alle osservazioni della Ue sull'ammissione con riserva - quasi una bocciatura - del piano italiano per l'abbattimento dell'anidride carbonica nel programma europeo di abbattimento dei gas serra.

Azzero Co2

Leggete questa incredibile iniziativa relativa agli offset di Co2

AzzeroCO
2 sostiene cittadini, imprese ed Enti pubblici nell'intraprendere un percorso di azzeramento delle emissioni di gas ad effetto serra. In tal senso le riduce proponendo interventi diretti in qualità di ESCO, e neutralizza le emissioni residue grazie a progetti che utilizzano fonti rinnovabili, interventi di risparmio energetico e interventi di forestazione in Italia e all'estero. Tutte le attività si fondano su una solida base scientifica, massima trasparenza e una comunicazione efficace.

http://www.azzeroco2.it/

Ogni nostro gesto comporta un impatto sull'ambiente che ci circonda; tuttavia è possibile ridurre le emissioni di gas serra sensibilmente, senza per questo dover rinunciare ai comfort ai quali ci siamo abituati.

Fondamentale è riacquistare la consapevolezza che ogni nostra azione comporta un impatto sull'ambiente in termini di emissioni nocive: a questo punto le scelte fatte saranno il frutto di una decisione più matura. Per esempio usare i mezzi pubblici o la bicicletta al posto dell'auto, comprare un giocattolo prodotto in Italia anziché in Cina, acquistare solo frutta e verdura di stagione, installare una caldaia a gas ad alta efficienza al posto di uno scaldabagno elettrico, scegliere elettrodomestici di classe A, acquistare tecnologie solari (termico o fotovoltaico) con gli incentivi dello stato, ecc. sono solo pochi esempi di come con piccole ma importanti scelte quotidiane tutti possano contribuire al processo di abbattimento delle emissioni di CO2 del nostro paese.

AzzeroCO2 , creata da Legambiente, Kyoto Club e dall'Istituto di ricerche Ambiente Italia, è una società che offre ad enti pubblici e privati, imprese e cittadini la possibilità di contribuire attivamente a contrastare i cambiamenti climatici attraverso un percorso di abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra.

Per avviare interventi diretti presso le utenze AzzeroCO2 si è accreditata da febbraio 2005 come una ESCO (Energy Service Company) e in tale veste fornisce supporto tecnico scientifico per definire strategie di promozione dell'efficienza energetica negli usi finali, delle fonti rinnovabili, della mobilità sostenibile e sull'uso e la scelta dei materiali.

Inoltre AzzeroCO2 neutralizza le emissioni dei gas serra associate ad una particolare attività o a un prodotto tramite l'acquisto e l'annullamento di un corrispondente ammontare di crediti, determinato secondo criteri di valutazione puntuali.

sul seguente sito troverete un calcolatore per verificare la quantità di CO 2 proveniente dall'uso dell'automobile, dell'aereo o dalle attività casalinghe ecc. in modo da acquistare dei crediti offset relativi a campagne ecologiche che neutralizzino la quantità di di CO 2 prodotta.

http://www.azzeroco2.it/calcolatore/

esempio:

viaggio in automobile A/R da ROMA a MILANO produce i seguenti dati:

Distanza totale: 1.150 Km (N.B. distanze autostradali)

Tragitto: Roma > Milano > Roma (calcolato 1 volte)

I Km calcolati, percorsi in automobile con il motore da 1,4 a 2 litri e l'alimentazione Diesel, producono 138 Kg CO2

nello step successivo il calcolo converte la quantità di Co2 prodotta in Euro da investire nelle campagne ecologiche che aderiscono al progetto al fine di neutralizzare l'inquinamento prodotto.

L'importo della neutralizzazione di 138 Kg CO2
è pari a 4,83 €

quindi si passa al pagamento
con carta di credito online dei crediti relativi al progetto ambientale....
siamo consci di quanto inquiniamo...

Cacciati dal riscaldamento globale... E si videro infinite colonne umane fuggire dalle carestie, dalla siccità, dalle inondazioni


Un disastro immane, uno scenario apocalittico. Un miliardo di profughi, ossia un settimo della popolazione mondiale costretto a lasciare le proprie case, il proprio lavoro, il proprio paese, per rifugiarsi altrove.
E' quello ci aspetta intorno all'anno 2050 , secondo un rapporto pubblicato due giorni fa a Londra, se i disastrosi effetti del cambiamento climatico non saranno arrestati o contenuti quanto prima.
Si intitola ''Human tide, the real migration crisis'' (Marea umana, la vera crisi della migrazione), ed è stato commissionato dalla Christian Aid, un'importante organizzazione cristiana di beneficenza del Regno Unito, consultando i più autorevoli esperti internazionali sulle conseguenze del riscaldamento globale.
SCARICA IL RAPPORTO IN PDF
''Se non saranno prese immediatamente delle contromisure efficaci'', si legge nel rapporto, ''entro il 2050 il cambiamento climatico creerà in tutto il pianeta almeno un miliardo di rifugiati. Un mondo con molti Darfur (il conflitto nel Sudan occidentale che ha causato in breve tempo 200 mila morti e 2 milioni di profughi, ndr) sta diventando una minaccia sempre più reale''.

Secondo Christian Aid i Paesi più industrializzati sono i principali responsabili del cambiamento climatico: a loro spetta quindi pagare i costi necessari per aiutare le persone che saranno colpite dal riscaldamento globale. ''La migrazione causata dal cambiamento climatico è la minaccia più urgente che dovranno affrontare i poveri della Terra nei prossimi anni'', ha dichiarato John Davison, uno dei principali autori dello studio. Gli esperti sono convinti che i flussi di popolazione causati dalla siccità e dalle carestie alimenteranno i conflitti già esistente e ne provocheranno altri, soprattutto nelle zone più povere del pianeta, per stabilire il controllo sulle risorse naturali. Il rapporto osserva che già oggi 163 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare il paese d'origine, acquisendo lo status di rifugiati secondo l'Onu, a causa di guerre, catastrofi naturali e grandi progetti industriali. Ma in poco più di quattro decenni questo numero potrebbe moltiplicarsi per dieci: entro l'anno 2050, sostiene il rapporto, altri 50 milioni di profughi saranno stati creati da conflitti e violazioni dei diritti dell'uomo, 250 milioni da inondazioni, siccità e fame, 645 milioni da progetti come dighe, deforestazione e grandi imprese industriali. ''Un miliardo di esseri umani fuggiranno dal proprio paese verso paesi confinanti, in una lotta disperata per procurarsi le risorse necessarie a sopravvivere, che si tratti di generi alimentari, case, posti di lavoro'', mette in guardia il rapporto, ''una migrazione di massa che scatenerà nuove guerre e spaventose tensioni'' .

E queste risorse scarseggeranno sempre di più: citando cifre non ancora pubblicate dal gruppo britannico di esperti inter-governativi, il rapporto sostiene che nel 2080 tra 1 miliardo e 100 milioni e 3 miliardi e 200 milioni di persone (un terzo della popolazione terrestre) non avranno abbastanza acqua, e fra 200 milioni e 600 milioni di persone non avranno abbastanza cibo. Inoltre trai 2 milioni e i 7 milioni di persone saranno affette dal sollevamento degli oceani.
Gli scienziati prevedono che nei prossimi 100 anni le temperature aumenteranno di un minimo di 1,8 ad un massimo di 3 gradi a causa dei gas ad effetto serra causando carestie e inondazioni che minacceranno la sopravvivenza di milioni di persone.

La Gran Bretagna è trai paesi leader nel proporre soluzioni e fissare una drastica riduzione delle emissioni di carbonio.
Proprio nei giorni scorsi Gordon Brown, prossimo primo ministro al posto di Blair, ha reso noto un piano per creare centomila case ecologiche in tre nuove ''città verdi'' in Inghilterra. E perfino Rupert Murdoch , uno dei più grandi magnati dei media al mondo, si è detto ''orgoglioso di essere un verde'', promettendo di convertire tutti i suoi organi di informazione al servizio della difesa dell'ambiente ''per rieducare l'umanità sui pericoli dell'effetto serra''.


'Take a moment and picture what it would be
like for you if you had to flee from your home
because of an imminent threat, or because you
were being forced out at gunpoint on ethnic,
political, religious or racial grounds, or because
you got caught in the middle of a civil war or
a natural disaster. You couldn't take many of
your belongings with you: you probably would
become separated, at least temporarily, from your
husband, partner, children, whoever is close to
you… In fact, the pillars that make up your life…
would be pretty much gone, pretty much in a
flash… What would you feel? Anyone… who
has ever felt desperate for help or dependent
on someone else for help, even for a day, will
understand what it is to be a refugee or an
internally displaced person.'

venerdì 11 maggio 2007

Oscuramento globale


E' esplosa recentemente la questione dell "Oscuramento Globale" (global dimming), ovvero del fenomeno che negli ultimi decenni ha portato a una considerevole riduzione della quantità di luce solare che arriva sulla superficie terrestre. Questo effetto è dovuto molto probabilmente all'inquinamento e alle polveri che stiamo immettendo nell'atmosfera. In principio, l'oscuramento globale potrebbe anche essere una buona cosa dato che l'oscuramento potrebbe contrastare il riscaldamento dell'atmosfera dovuto all'aumento di gas serra (CO2) emessi dai combustibili fossili. Ma, in realtà, la conseguenza grave di queste osservazioni è che l'effetto riscaldante della CO2 potrebbe essere molto superiore di quanto si ritenesse finora. Ovvero, il riscaldamento globale potrebbe essere un problema talmente grave che potremmo essere condannati a continuare ad inquinare l'atmosfera per evitare danni peggiori. Sembrerebbe che stiamo cavalcando una tigre: dopo che ci siamo saliti sopra, non possiamo più scendere.

Il primo rapporto sull'oscuramento globale risale al ricercatore giapponese Ohmura nel 1986. Da allora l'evidenza si è accumulata sulle riviste scientifiche ma la cosa è rimasta ignota ai più e il problema non è mai emerso nei tanti dibattiti sull'effetto serra e sul riscaldamento globale. Solo nel 2003 il "Guardian" ha pubblicato il primo articolo apparso sulla stampa sull'argomento. La faccenda è esplosa verso la fine del 2004 e il programma della BBC andato in onda il 15 Gennaio 2005 ha dato probabilmente la spinta necessario per far diventare l'oscuramento globale un argomento bollente, dibattuto sui giornali e su tutti i forum che si occupano del cambiamento climatico, perlomeno su quelli in lingua inglese. Al momento in cui queste note vengono scritte (17 Gennaio 2005) una ricerca con Google trova circa 13.000 riferimenti a "global dimming", Di questi, circa 12.000 sono apparsi soltanto negli ultimi tre mesi. In Italia, per il momento il termine "oscuramento globale" è pochissimo noto, ma si puo' presumere che, come succede di solito, l'ondata di interesse nata nel mondo anglosassone arriverà anche da noi in tempi brevi.

I rapporti parlano di un abbassamento di luminosità che è impressionante in alcune zone: dal 1950 a oggi. 22% in Israele, 9% in Antartide, 10% negli USA, e addirittura 30% in Russia. L'oscuramento medio su tutto il pianeta sembra essere molto minore, misurabile come intorno al 3%, un valore comunque non trascurabile. L'interpretazione è che questo effetto non ha niente a che vedere con cambiamenti della luminosità del sole, che rimane costante o che, al massimo, ha delle minime variazioni. Piuttosto, cambiamenti così massicci, soprattutto nell'emisfero nord, possono essere soltanto spiegati come dovuti alle particelle emesse dalla combustione degli idrocarburi che formano un aerosol nell'atmosfera. Queste particelle rimangono nell'aria per un lungo periodo e fanno da nuclei di condensazione per la formazione di nuvole. Di conseguenza, il cielo diventa sempre più nuvoloso e riflette indietro la luce solare. Sembra che una causa importante di questa riflessione siano le scie degli aerei in alta quota. Si attribuiscono all'oscuramento globale fenomeni quali la desertificazione e la siccità in alcune zone del pianeta. E' possibile che molti fenomeni di cambiamento climatico osservati negli ultimi anni anche in Italia siano attribuibili a questo fenomeno, per esempio siccità, spostamento delle perturbazioni invernali, riduzione delle portate dei fiumi ed altre cose.

L''oscuramento globale è un elemento nuovo e di grande importanza nella comprensione di come funziona il meccanismo climatico del nostro pianeta e su quali sono gli effetti dell'attività umana sullo stesso. Si sa che il prodotto della combustione degli idrocarburi fossili (CO2) si sta accumulando nell'atmosfera. E' stato anche osservato che negli ultimi decenni il pianeta si è riscaldato di circa 0.6 gradi centigradi rispetto alle temperature medie degli ultimi 150 anni. L'incremento della concentrazione della CO2 e il riscaldamento sembrano andare di pari passo e i modelli fisici del clima confermano che esiste una correlazione fra le due cose. Secondo le stime, il riscaldamento globale potrebbe diventare rovinoso durante il secolo corrente se non si fa qualcosa per limitare la quantità di CO2 immessa nell'atmosfera. Questa è la ragione del trattato di Kyoto e di molti altri provvedimenti proposti o messi in atto per ridurre l'uso degli idrocarburi fossili.

L'effetto riscaldante della CO2 viene detto "effetto forzante." Come è ovvio, ci sono molti altri effetti che possono influenzare la temperatura terrestre, per cui l'effetto forzante viene calcolato mediante modelli piuttosto complessi che tengono conto di tutti i fattori. I risultati dei calcoli potrebbero essere modificati dalle ultime novità sull'oscuramento globale. Se l'oscuramento, come sembra, tende a raffreddare il pianeta ma ciononostante osserviamo un riscaldamento, questo vuol dire che l'effetto della CO2 è molto più intenso di quanto i modelli ci avessero indicato fino ad ora. Questa interpretazione sembrerebbe confermata anche dall'osservazione di altri fattori, quali per esempio il contributo del sequestro del calore nelle profondità oceaniche, che anch'esso potrebbe averci fatto sottostimare l'effetto forzante della CO2.

Tutto questo potrebbe significare che viviamo in un equilibrio assai precario fra due fattori contrastanti, uno di riscaldamento e l'altro di raffreddamento. Se uno dei due dovesse prendere il sopravvento saremmo nei guai. In particolare, la riduzione rapida dell'inquinamento atmosferico potrebbe, paradossalmente, fare più danni di quanti ne rimedi, causando un riscaldamento globale disastroso. D'altra parte, l'inquinamento atmosferico è estremamente dannoso per la salute umana. Decisamente, cavalcare la tigre dei combustibili fossili non è stata una buona idea: rischiamo di esserne divorati.

Di fronte a una situazione complessa come quella del clima terrestre, è ancora presto per fare affermazioni certe ed esiste sicuramente la possibilità di interpretazioni diverse e, sperabilmente, più confortanti di quelle che si ipotizzano in questo momento a proposito dell'oscuramento globale. Di una cosa possiamo tuttavia essere certi, ovvero che questi dati, e altri che si stanno accumulando, evidenziano come il nostro ecosistema sia molto più fragile di quanto non si pensasse. C'è chi critica i sostenitori della necessità di intervenire sul clima con azioni come quelle previste dal trattato di Kyoto sostenendo che "Il clima è sempre cambiato." Questa critica si ritorce contro se stessa: il clima è sempre cambiato perchè è naturalmente fragile. Proprio per questo motivo l'intervento massiccio dell'uomo può fare dei danni immensi e in tempi brevi.

Si tratta ora di prendere dei provvedimenti globali per rimediare. Il primo passo è incrementare e potenziare il trattato di Kyoto per la riduzione delle emissioni di CO2 con l'obbiettivo di convertire nei tempi più rapidi possibili il nostro sistema produttivo planetario a un sistema a "emissione zero" mediante fonti rinnovabili. Allo stesso tempo, sarà necessario prendere provvedimenti attivi, come la sequestrazione e la riforestazione, per ridurre la concentrazione di CO2 nell'atmosfera. Non possiamo essere completamente certi di quanto sia grave la situazione, ma nel dubbio non è il caso di correre rischi.

lettera dal 2070




Si parla tanto di acqua, siccità, risparmio idrico, acqua come il petrolio e così via...

Quanto segue, dà un'idea (molto pessimistica ma non impossibile), di cosa potrebbe riservarci il futuro entro la fine di questo secolo. E' chiaro che l'argomento in questione interesserà più che altro i nostri figli, anche alcuni di noi, ma soprattutto i nostri nipoti...

Spero che quanto tu legga non ti deprima… ma deve essere lo spunto affinché ognuno di noi faccia il possibile per evitare questo probabile scenario drammatico...

Ieri mattina, sotto la porta ho trovato una strana busta. La carta era grossolana e grigia, come un misto di carta e metallo. Non era rigida, non aveva francobollo ne’ timbri, ma il mio indirizzo era chiaro e corretto. L’ho aperta con curiosità e la cosa strana era che all’aprire la lettera, scritta a mano, la calligrafia era familiare; ma la cosa ancora più stana era la data e il contenuto, che condivido con voi.

scarica la presentazione in powerpoint della lettera

Siamo nell’anno 2070.

Ho appena compiuto 50 anni, ma ne dimostro 85.

Ho seri problemi renali perchè bevo poca acqua.

Credo che mi resti poco tempo.

Oggi sono una delle persone più vecchie di questa società.

Ricordo quando avevo 5 anni. Tutto era molto diverso.

C’erano molti alberi nei parchi, le case avevano bei giardini e io potevo godermi un bagno o stare nella doccia per un’ora.

Adesso usiamo asciugamani umidificati con oli minerali per pulirci la pelle.

Prima tutte le donne sfoggiavano bei capelli..

Adesso dobbiamo rasarci la testa per tenerla pulita senza usare l’acqua.
Prima mio padre lavava la macchina con acqua che usciva da un tubo!
Adesso i bambini non ci credono che l’acqua si usava in questo modo!
Ricordo che c’erano tanti annunci: “Risparmia l’acqua!!”, solo che nessuno ci faceva caso e mai avrebbero pensato che un giorno si sarebbe esaurita.
Adesso tutti i fiumi, torrenti, lagune e falde acquifere contaminati o esauriti in maniera irreversibile.

I paesaggi che ci circondano ovunque sono costituiti da Immensi deserti.
Le infezioni gastrointestinali, malattie della pelle e delle vie urinarie sono le principali cause di morte.

L’industria e’ paralizzata e la disoccupazione e’ drammatica. Le fabbriche per la de-salinizzazione sono le principali fonti di impiego e pagano il salario con acqua potabile.

Gli assalti per un secchio d’acqua sono comuni nelle strade deserte.

Il cibo e’ sintetico all’80%

Prima ti dicevano che la quantità ideale di acqua che dovevi bere ogni giorno, era di 8 bicchieri per una persona adulta.

Oggi posso berne solo mezzo!

I vestiti sono usa e getta, cosa che aumenta la quantità di immondizia; siamo dovuti ritornare ai pozzi ciechi come nel secolo scorso, perchè la rete fognaria non si può usare per mancanza d’acqua.

L’aspetto della gente e’ orripilante, corpi sfatti, rugosi per la disidratazione; pelle piena di piaghe per i raggi ultravioletti, visto che non c’e’ più la cappa d’ozono che li filtrava nell’atmosfera.

A causa della secchezza, la pelle di una ragazza di 20 anni e’ come quella di chi ne ha 40.

Gli scienziati studiano e ricercano ma non ci sono soluzioni possibili.

Non si può fabbricare acqua; anche l’ossigeno e’ degradato per mancanza di alberi, e questa mancanza ha abbassato il coefficiente intellettivo delle nuove generazioni.

Si e’ alterata la morfologia degli spermatozoi di molti individui.

Come conseguenza, ci sono molti bambini con insufficienze, mutazioni e deformazioni..

Il governo ci fa pagare l’aria che respiriamo. 137 m3 al giorno per adulto.

La gente che non può pagare si ritira in “zone ventilate”, che sono dotate di giganteschi polmoni meccanici che funzionano con energia solare
Non sono di buona qualità , ma si può respirare.

L’età media e’ di 35 anni.

In alcuni Paesi sono rimaste chiazze di vegetazione, con i loro rispettivi fiumi, e sono fortemente vigilati dall’esercito..

L’acqua e’ diventata un tesoro molto apprezzato, più dell’oro e dei diamanti..

Invece qui non ci sono alberi perchè non piove quasi mai.

E quando si arriva a prevedere una pioggia, e’ una pioggia acida.

Le stagioni dell’anno sono severamente trasformate a causa degli esperimenti atomici e delle industrie fortemente inquinanti del XX secolo.

Si avvertiva che bisognava proteggere il medio ambiente e nessuno ha voluto farci caso.

Quando mia figlia mi chiede di parlarle di quando ero giovane, io le descrivo quanto erano belli i boschi.

Le parlo della pioggia, dei fiori, di che bello era farsi il bagno nei fiumi e poter pescare e bere tutta l’acqua che si voleva.

E di come stava bene la gente.

Lei mi chiede: “Papà! Perché è finita l’acqua?”… E allora sento un nodo in gola!

Non posso evitare di sentimi in colpa, perchè appartengo alla generazione che ha distrutto il medio ambiente o che semplicemente non ha preso sul serio tutti quegli avvisi.

Adesso i nostri figli pagano un prezzo alto...

Sinceramente credo che la vita sulla Terra non sarà possibile entro molto poco tempo, perchè la distruzione del medio ambiente e’ arrivata ad un punto irreversibile…




Ritengo importante, se non indispensabile, occuparsi di questo grande e grave problema che coinvolge tutti noi, esseri umani.
L’acqua, è una fondamentale risorsa del Pianeta e, con l’andare del tempo, forse in breve tempo, (stimato in 20/30 anni), potrebbe non essere più a sufficienza o addirittura esaurirsi del tutto.

Infatti, la sua scarsità globale si profila come la maggior minaccia di crisi ecologica, economica e politica.

Ogni giorno, la nostra richiesta di acqua dolce oltrepassa la sua disponibilità e la vita di migliaia di persone viene messa a repentaglio. L’impatto sociale, politico ed economico della scarsità idrica sta già rapidamente diventando una forza destabilizzante, con l’insorgere di conflitti riguardanti l’acqua in ogni parte del Pianeta.

Semplicemente, se non si verificheranno radicali cambiamenti “di rotta” , entro 20 anni una grave scarsità idrica colpirà dalla metà ai due terzi della popolazione mondiale.

La crisi idrica mondiale, probabilmente, si profila come la più grande minaccia di tutti i tempi alla sopravvivenza del Pianeta.

E’ fuori dubbio poi, che l’energia costituisce un fattore molto importante per il benessere della nostra società.

E’ anche vero però che i consumi di fonti energetiche non rinnovabili come il carbone, i derivati del petrolio ed il metano, oltre a ridurre la disponibilità di uno stock che si è formato nel corso di milioni di anni, contribuiscono ad incrementare il livello di inquinamento atmosferico.

La concentrazione di residui prodotti dalla combustione peggiora la qualità dell’aria che respiriamo.
L’anidride carbonica e altre sostanze re-immesse nell’atmosfera provocano il cosiddetto “effetto serra” che ha come conseguenze l’incremento medio della temperatura del pianeta, l’arretramento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello delle acque, la scomparsa di vaste aree costiere, la trasformazione degli ecosistemi agricoli, la desertificazione, l’aumento delle malattie infettive e dei parassiti.

Per il delicato ambiente tali conseguenze possono risultare disastrose nell’arco di pochi anni.

E’ chiaro che non possiamo far finta di niente, non possiamo non essere sensibili, non possiamo trascurare e pensare che saranno altri o chi, non si sa, ad affrontare questo grande problema. Siamo quindi chiamati tutti a collaborare, dal livello locale a quello globale, affinché si arrestino i fenomeni più dannosi per la nostra salute e per l’ambiente.